La tappa successiva della mia odissea con la famiglia Florio era in “Via dei Materassai”, a pochi passi dal porto in cui, possiamo immaginare, sbarcarono Paolo e Ignazio Florio, provenienti dalla loro Calabria natale in cerca di una vita decente. Oggi questa zona è una delle immagini apocalittiche di povertà mostrata dai film neorealisti che descrivono la vita del sud d’Italia. Qui, i due fratelli hanno aperto un negozio di spezie.
Chi conosce la gloria e la grandezza della famiglia Florio, quasi senza pari in Europa, potrebbe domandarsi, a buona ragione, “come sono riusciti, loro e i loro discendenti, a realizzare un tale miracolo?”
Poi, senza alcuna transizione, ho raggiunto la zona della città che rappresenta l’apice del successo della dinastia Florio: il “Parco Florio all’Olivuzza”. E qui, ancora una volta, il visitatore deve fare un enorme sforzo d’immaginazione per visualizzare il parco di 5 ettari, con le serre, il giardino zoologico, i sentieri di piante esotiche, il tempio circolare, così come esso si presentava un secolo fa. Nei molteplici edifici in stili tra i più vari, dal neoclassico al “Liberty” e dal gotico al neoveneziano, la nobiltà siciliana si dava appuntamento oppure erano invitate personalità politiche o artistiche di primo piano, provenienti da tutto il mondo.