Fogli di diario
« Maman pourquoi tu ne m’as pas fait naître ὰ Rooome!!!??? » (Un internauta)
Il primo giorno dopo il ritorno a Roma e’ sempre un momento difficile!
In circa quindici anni di visite ripetute si sono adunati cosi’ tanti ricordi, cosi’ tante esperienze che, una volta tornato sul posto, essi tornano in superficie con una chiarezza… che sembra siano successi ieri.
Questa volta ho deciso di trascorrere la mia prima serata in Via Veneto.
E’ certo che, nel 1968, quando sono arrivato per la prima volta a Roma, dopo soltanto 11 mesi dalla mia partenza dalla Romania come studente con pochi mezzi, ho potuto vedere soltanto le facciate degli alberghi, ristoranti e bar dove, per lo meno fino a una decina d’anni fa, splendeva un’epoca di gloria rimasta nella storia culturale di Roma sotto il nome di “La Dolce Vita”.
Ebbene, piu’ tardi, dopo altri 10 o 15 anni, con ben altre possibilita’, ho potuto soggiornare, e addirittura trascorrere qualche giorno attorno al Capodanno, in uno dei grandi alberghi di Via Veneto.
Allora, agli inizi degli anni ’80, i protagonisti della “Dolce Vita”, Fellini, Mastroianni, Giulietta Masini, Vittorio Gassman, Totò, Renato Salvatori, Alberto Sordi, Domenico Modugno… erano ancora in vita e attivi nel mondo artistico, nessuno s’osava a menzionare i posti memorabili che essi segnavano con la loro presenza di palcoscenico. E quindi, per sapere dove, quando o come, dovevi rivolgerti alle figure minori di quei tempi.
Successivamente, negli anni ’90, una volta sparite le figure di punta di quell’epoca, sono apparsi, un po’ per volta, alcuni segni a indicare i posti delle memorie che devono essere ricordati. Cosi’ ho scoperto, all’angolo tra Via Veneto e Via Ludovisi, una targa in marmo che porta scritto:
„A Federico Fellini che fece di Via Veneto il teatro della Dolce Vita
S.P.Q.R. 20 Gennaio 1995 ”
Dopodiche’, fotografie delle personalita’ artistiche che hanno segnato quell’epoca, e non solo di coloro che hanno partecipato alla realizzazione delle opere artistiche create allora, ma anche vedette italiane e internazionali come Sophia Loren, Anna Magnani, Alain Delon, James Coburn, Sylvester Stallone, Ingrid Bergman, Alfred Hitchcock etc. sono apparse sulle pareti dei ristorandi di zona, dove si possono vedere ancor’oggi; anche se, probabilmente, non ci hanno mai messo piede o, per meglio dire, non si sono mai seduti ai tavoli di questi locali, perche’ il loro posto preferito per incontrarsi era il ristorante “Café de Paris”. La’ essi si incontravano, e innumerevoli fotografie sono a dimostrazione certa di quei momenti, tutte le star sopracitate, cosi’ come un numero imprecisato di “starlette” in cerca di gloria, tecnici di quel mondo artistico, affaristi e milionari di ogni tipo e genere, semplici perditempo o agenti di sicurezza, che cercavano di controllare i “paparazzi” scatenati che cercavano in tutti i modi di “beccare” il momento sensazionale che li avrebbe fatti diventare ricchi!
Sono cosi’ passati altri 10 o 15 anni, periodo in cui troviamo Via Veneto praticamente uguale.
E ogni volta passavo con indicibile piacere per l’Hotel Excelsior, vero “landmark”, di fronte alla targa commemorativa di Fellini. Ancora un’altra tradizione da mantenere e’ quella, dopo un’intera giornata di girovagare per la citta’, stanco morto, di schiacciare un sonnellino ristoratore in una delle comode poltrone nella lobby dell’albergo a 5 stelle!
Soltanto che, questa volta, con mia grande sorpresa, ho trovato il “Café de Paris” chiuso con le serrande abbassate!
Con una rapida inchiesta e con molta fortuna mi sono imbattuto in Mario, ex “cameriere” che ha lavorato decenni al “Café de Paris”. Attualmente in pensione, lui riesce ad arrotondare le entrate pescando nel questiere turisti, possibili clienti per i taxi o per i bar di zona con le “go-go girls”. Pero’ gli basta trovare un amante delle storie di una volta e non lo fermi piu’ dal raccontare.
Cosi’ ho saputo, dopo che mi ha mostrato le fotografie con le personalita’ dell’epoca della “Dolce Vita”- le stesse che puoi ancora vedere nelle vetrine del ristorante, che dopo che il proprietario calabrese, sospetto prestanome della mafia, non ha ricevuto l’affitto per alcuni mesi, nel mese di febbraio 2014 un piccolo incendio e’ scoppiato nel locale, nel cuore della notte. E’ in corso un’inchiesta giudiziaria, e il locale e’ stato chiuso.
Mi e’ stato detto che un altro proprietario di un ristorante in Via Veneto ha proposto di rilevare il locale “Café de Paris”, ma le autorita’ hanno rifiutato. Pare anche che recentemente un grosso possessore di fondi del Medio Oriente sia riuscito a comprare il locale. Fin’ora non se n’e’ fatto nulla. Ma si puo’ immaginare che questo tipo, se lo trovasse un affare redditizio, lo potrebbe trasformare in una Shaormeria!
Spero di non vedere mai questa triste decadenza di un posto di ricordi, cosi’come e’ gia’ successo a Parigi, nell’ arrondisment XVI o nello storico quartiere “Le Marais”.
In ogni caso, qualunque cosa accada, nulla mi potra’ impedire di canticchiare, pensando alla “citta’ eterna” :
T’amo, t’amo e t’amerò,
perdutamente t’amerò
finché il mondo vita avrà,
finché il sole luce
avrà, finché vivrò,
T’amo, t’amo e t’amerò!**
Adrian Irvin ROZEI
Roma, 15 ottobre 2014
*Titolo di una celebre melodia di Armando Trovajoli del 1961, interpretata da innumerevoli cantanti ma immortalata da Nino Manfredi
** Ritornello di una canzone di Peppino Gagliardi del 1963