Ecco il tempo trascorso dalla mia ultima visita a Roma! Come avrei potuto immaginare, alla fine del gennaio 2020, che tra le due visite ci sarebbe stata una “sosta” così lunga? Finalmente, era il momento di riprendere qualche buona abitudine di viaggio. Per il primo tentativo, solo in Europa. Di certo, la tappa “Roma” era un must.
Seguendo le mie vecchie abitudini, una volta arrivato a Roma vado alla “Feltrinelli”! Qui posso consultare gli ultimi successi letterari italiani, posso leggere guide, comprare CD di musica italiana… in una parola “m’immergo nell’atmosfera del paese”.
Questa volta non posso/non devo comprare NIENTE! Già porto con me in valigia 22 kg, ma la compagnia aerea ne permette solo… 20! È “colpa dei regali” (soprattutto libri!) ricevuti nelle precedenti tappe del mio viaggio.
E ad ogni modo… non posso resistere! Compro un libricino intitolato “Da Coppedè alla Stazione Tiburtina”.
Un “quaderno di schizzi” che formerà lo scheletro delle mie visite di domani. Disegni e splendide note che mi permetteranno di scoprire (o di rivedere!) “le architetture realizzate a Roma dal ‘900 ai giorni nostri”. L’autore dell’opuscolo spiega proprio nella quarta di copertina l’idea che l’ha portato a immaginare questo percorso attraverso la “Città eterna”:
“Spesso siamo convinti di conoscere tutto sulla nostra città, in questo caso perfino una capitale: ROMA. Stratificata fin dalla sua fondazione, sempre nello stesso posto, e allargatasi nel tempo a macchia d’olio. Chi non ha detto almeno una volta «Qui in passato c’erano solo terreni agricoli»? Attraversiamo questi luoghi in lungo e in largo per piacere, per andare al lavoro o cercando un cinema, un ristorante… Quante volte siamo passati davanti a un palazzo, a un ufficio pubblico, a un condominio, a una villa, a un monumento o a un ponte senza domandarci (andiamo sempre di fretta) chi fosse l’autore di questo progetto…?”
Potrei dire la stessa cosa a Bucarest, Parigi o Capestang. Solo che, a Roma, non sono “spinto” da un qualche obbligo professionale. In questa città, da mezzo secolo… “sono sempre in vacanza!”.
Ancora di più! Poiché ho visto e rivisto innumerevoli volte i principali musei, i monumenti, i parchi… della capitale italiana, posso cedere alla tentazione di seguire percorsi a volte sconosciuti, o “da scoprire” in base al gusto e all’ispirazione del momento. È esattamente ciò che propone questo libricino tascabile firmato da Paolo Bernacca e Maurizio Moretti. “Continuiamo a passeggiare scoprendo l’architettura realizzata a Roma dal 1900 fino ad oggi.”
La prima tappa del percorso summenzionato è il “Quartiere Coppedè”. Conosco quest’angolo della “Roma Liberty” da circa 20 anni. Dire si tratti di un “Quartiere Liberty” è un’affermazione piuttosto semplicistica. In realtà, si tratta più di una combinazione di Liberty, barocco, stile medievale, neogotico, Art Déco… il tutto influenzato da linee Kitsch ricercate e valorizzate. Il quartiere Coppedè è un complesso di palazzi in stile Art Nouveau situato a Roma, nel quartiere Trieste, tra Piazza Buenos Aires e Via Tagliamento. Sebbene non sia un vero e proprio quartiere, è stato chiamato così dall’architetto che l’ha progettato e che gli ha lasciato il suo nome, Gino Coppedè. Il complesso è costituito da diciotto palazzi e altri ventisette edifici raggruppati intorno alla piazza centrale, chiamata “Piazza Mincio”.
Nel 1915 è nata l’idea di costruire una nuova zona residenziale a Roma, accanto a Piazza Buenos Aires. Il progetto fu affidato a Gino Coppedè. La prima presentazione del progetto avrà luogo il 19 ottobre del 1916. Nel 1921 il Palazzo degli Ambasciatori è terminato, ma il “quartiere” è lasciato incompleto da Coppedè al momento della sua morte, nell’anno 1927.
Il 23 agosto del 1917, la Commissione dei consiglieri comunali ha avanzato una proposta a Coppedè affinché la zona avesse un aspetto “romano”. Perciò, Coppedè ha usato il tema dell’antica Roma per creare cornici e fregi come nella Roma imperiale e un ingresso monumentale, che ricorda gli archi di trionfo del Foro Romano. Per costruire gli immobili è stato utilizzato il travertino (sempre come riferimento alla Roma imperiale), mentre gli interni sono realizzati con piastrelle smaltate per le cucine, pavimenti in legno per i soggiorni e mosaici in stile pompeiano per gli ingressi o i bagni.
I principali edifici e le opere decorative della zona sono: il Palazzo degli Ambasciatori, il Palazzo del Ragno, il Villino delle Fate e la Fontana delle rane.
Nel cuore della piazza centrale, la “Fontana delle rane” è un insieme realizzato nel 1924 da Coppedè in stile barocco e caratterizzato da innumerevoli dettagli tradizionali, usati per la riproduzione fedelissima delle 12 rane scolpite in pietra.
Le centinaia di elementi decorativi dell’insieme chiamato “Quartiere Coppedè”, sebbene sia stato completato dopo il decesso dell’autore, ti chiedono di passare ore intere a scoprire tante e tante sorprese e riferimenti culturali che si nascondono dietro i dettagli architettonici.
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Piazza Fiume è stata costruita nel 1921, durante la demolizione di Porta Salaria, ed è un luogo insolito perché prende in realtà la forma di un incrocio tra Corso Italia e l’asse Salaria – Via Piave. Essa è stata disposta “a cavallo” delle Mura Aureliane.
Intorno alla piazza si trovano palazzi con aspetto e storia appartenenti a epoche diverse, che mettono in risalto l’immagine irregolare di un quadrato non quadrato. Il palazzo con la personalità più marcata, forse anche grazie alla sua posizione, è senza dubbio quello de “La Rinascente”, tra Via Salaria e Corso Italia. Nel 2021, il negozio “La Rinascente” di Piazza Fiume ha compiuto 60 anni. I festeggiamenti sono stati un’occasione perfetta per annunciare il progetto di ristrutturazione dell’intero negozio, costruito tra il 1960 e il 1961 dagli architetti Franco Albini e Franca Helg. La sua presenza è tanto più sorprendente quanto più confina con edifici rappresentativi di epoche e stili completamente diversi.
Proprio accanto al grande negozio, può essere ammirata una villa in puro stile “Liberty”, con un recinto in ferro battuto, balconi e fregi tipicamente novecenteschi. Dietro le Mura Aureliane, lo spazio della piazza è occupato dalle fermate degli autobus urbani e dalle stazioni dei taxi.
Eppure, proprio nelle sue vicinanze, è possibile ammirare un edificio medievale, accanto al quale, oltre un recinto di ferro battuto, decorato con un monogramma fatto con lo stesso metallo, si nasconde un monumento funebre antico e la porta di un palazzo rinascimentale.
A soli pochi metri, su Via Campana, è possibile notare l’Edificio Polifunzionale, costruito tra il 1936 e il 1964. Descritto come “un enorme cubo di vetro da cui spuntano alcuni piani di cemento che ricordano la casa sotto la cascata costruita da Lloyd Wright”, sembra che quest’edificio sia “il più fotografato tra quelli costruiti nell’ultimo mezzo secolo”.
L’edificio è il risultato di una decisione che fissa “un’opera dalla personalità forte di fronte alle antiche Mura Aureliane, vicino all’ingresso nel centro storico”. Nondimeno l’altezza del cubo di vetro è stata scelta in modo che possa riflettere le Mura di Aureliano.
Seguirà…
Adrian Irvin ROZEI
La Bastide Vieille, genaio 2023