‘Le sort sourit aux audacieux’… al Palazzo Biscari!

Pagine di diario

Catania, 15/10/2015

 

In questo viaggio, la fortuna m’ha seguito passo a passo!

Forse che, prima ancora che cercassi di blandirla, i ripetuti sforzi per forzarle la mano, l’abbiano impressionata e mi abbia aiutato piu’ di quanto meritassi! 

Ho letto nella „Guide du routard” che a Catania si trova Palazzo Biscari, il piu’ bel palazzo civile della citta’…. un gioiello del secolo XVIII… con una magnifica scala riccamente decorata, con rampe bilaterali ad angolo retto, in puro stile Rococo’… E che in piu’: Ruggero Moncada, il proprietario, discendente della grande famiglia che ha costruito il palazzo, nutre una vera passione per questo luogo e illustra lui stesso le visite che durano tra 20 minuti e un’ora, in funzione dell’interesse che dimostri e dal suo desiderio di farti scoprire questo gioiello. D’altra parte la guida specifica: Visite su appuntamento per gli appassionati di bei posti e per gli amanti dell’arte. 

Siccome non ho tempo per prendere un appuntamento, posso cercare di andare direttamente… Chi lo sa? 

Effettivamente, la porta del palazzo era aperta, all’interno si agitavano vari tipi di lavoratori, entravano ed uscivano camion, si vedevano fotografi in azione… e quando mi son voluto avvicinare, il portinaio mi mostra un cartello su cui scriveva che il palazzo era chiuso per 4 giorni. E sulla famosa scala Rococo’ c’erano fissate bandiere col nome di una banca di Milano.

 Cerco, tuttavia, di fare qualche fotografia dalla strada, gironzolo sotto il portone… 

Subito, al fondo del cortile, vedo un signore in blue jeans a camicia blu-cielo che fa segno con una mano. Sorpreso, mi giro verso il portinaio e gli faccio: Vi chiamano! Mi risponde: No! E’ per lei. 

Allora, piu’ sorpreso che mai, avanzo, mi avvicino al signore che mi ha chiamato e che mi chiede cosa desidero. Capisco subito che questo e’ un momento critico!

Dopo che spiego cosa aspettavo, tiro fuori l’asso nella manica: “Vengo da Parigi e sono giornalista.” 

Immediatamente il proprietario (avevo capito al volo che si trattasse di lui!) mi ha invitato a visitare il palazzo, scusandosi se, essendo in pieni preparativi per un congresso di qualche giorno, non mi poteva concedere se non un quarto d’ora. 

E cosi’ i minuti passati col signor Ruggero Moncada sono stati di un ‘intensita’ eccezionale. Non solo perche’ abbiamo parlato della storia della sua famiglia, dei legami reali o ipotetici con altri posti nel mondo che ho avuto la fortuna di visitare, ma, oltretutto, ho visto le sale del palazzo decorate come solo pochi hanno potuto ammirarle. E questo per il fatto che, grazie alla preparazione del congresso, le tavole erano apparecchiate con l’argenteria del palazzo, le decorazioni floreali erano in corso di installazione, tutte le luci erano accese… 

Tra gli altri soggetti toccati, al di fuori dei libri di Goethe, che e’ passato da qui il 1787, abbiamo parlato del viaggio di Alessandro Dumas in Sicilia: secondo le parole di Moncada, egli fu citato nel suo diario di viaggio e della visita a Palazzo Biscari. Gli ho promesso che avrei cercato il passaggio relativo, e dopo una breve ricerca ecco cosa ho trovato nel “Le Speronare”: 

“Lasciandolo, la nostra guida ci ha condotti al Museo che conserva solo antichita’, ma e’ una opera moderna. E’ esistito, per la felicita’ di Catania, un gran ricco Signore, che non sapeva che fare coi suoi averi, ma che era, soprattutto, un artista. Si parla di Don Ignazio de Patarno, principe di Biscari. Prima, s’e’ ricordato che era passato per la nuova Ercolano, dove gli scavi archeologici regali furono iniziati da un privato. Questo e’ stato colui che ha scoperto il Tempio di Cerere, le terme, gli acquedotti, la basilica, il foro e le sepolture pubbliche. 

Alla fine, il principe e’ stato colui che ha fondato il Museo, che ha classificato i reperti antichi, i prodotti naturali e le curiosita’. Tra le antichita’ si contano statue, bassorilievi, mosaici, colonne, idoli e vasi siciliani. Le statue sono quasi tutte di un’epoca di cattivo gusto o decadenti e non offrono se non un busto colossale, veramente notevole, che proviene da una statua di Giove Eleuterio, e poi Pentesilea morente, un busto di Antinoüs, una Centaura – proprio quest’ ultimo pezzo e’ prezioso soprattutto come curiosita’, piuttosto che arte -, tutte le statue di centauri trovate erano di cattivo gusto, e i centauri si trovavano, di solito, solo nei bassorilievi e nelle medaglie.

 I vasi siciliani formano, senza dubbio, la collezione piu’ interessante del Museo, avendo, questi, forme che variano all’infinito e, quasi tutte, di un’eleganza perfetta.

Quanto agli idoli, ai Penati e ai Lampi, questi sono di quelli che puoi trovare dappertutto.

I prodotti naturali provengono dai tre regni di Sicilia e vanno apprezzati dagli specialisti.

Quel che a me e’ parso curioso e interessante per tutti, e’ la collezione di lava dell’Etna. Questa lava meno bella e meno variata di quella del Vesuvio, e’ quasi rosata e con piccole macchie grigie, dovute al fatto che l’Etna contiene ferro e sali di ammoniaca in quantita’ maggiori dello zolfo, marmo o materiale vetrificante, mentre il Vesuvio, invece, contiene in abbondanza di questi ultimi elementi. 

Infine, la collezione di curiosita’ consiste in armi, armature, spade saracene, normanne e spagnole, tra cui alcune sono riccamente decorate e molto ben lavorate. Una volta era esposta, ugualmente, in un medagliere, una collezione completa di medaglie siciliane, ma volendo mostrarle, un guardiano ha notato, un bel giorno, che ne mancavano cinque delle piu’ preziose, per cui da allora il medagliere e’ sotto chiave”. 

Quel che Alessandro Dumas non poteva supporre, era che questa collezione eccezionale, inaugurata nel 1785, sei anni prima del Louvre, sara’ donata alla citta’ di Catania dai discendenti del fondatore, nel 1932, e che oggi si trova nel Castello Orsini. Percio’ la strada in cui si trova l’ingresso del Palazzo si chiama, tutt’ora, “Via Museo Biscari”. 

Mi rimane solo da tornare a Catania, per ammirare la collezione e visitare il palazzo… con calma. 

E prendendo, ma prima, il necessario appuntamento col principe Biscari! 

                                                     Adrian Irvin ROZEI

                                                    Cattania, ottobre 2015

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