Incontri con Florio (I)

Questo testo è stato pubblicato sulla rivista «Siamo di nuovo insieme» no. 113-114 del luglio-settembre 2022, edita a Bucarest dall’Associazione degli Italiani in Romania.

Il mio primo incontro con la famiglia Florio è avvenuto casualmente, nell’anno 2015. Allora, in vacanza a Palermo, ho cenato al ristorante “Donna Franca Florio”. Il ristorante si trova nell’hotel “Villa Igiea”, uno degli stabilimenti più prestigiosi della Sicilia.

Ho avuto la curiosità di domandare al “maître d’hôtel” chi fosse questo personaggio della cui esistenza non avevo mai sentito. Con estrema amabilità, l’uomo mi ha portato una presentazione del locale in cui mi trovavo, come anche della storia dell’hotel, legato all’incredibile avventura di un quadro in vendita a un’asta internazionale di grande prestigio. Così ho scoperto la vera e propria “saga” di una famiglia eccezionale, soprannominata dei “Regnanti senza corona”. 

Ma torniamo all’inizio di questa storia appassionante! In quell’indimenticabile sera, ho scoperto che il ritratto di Donna Franca Florio, realizzato dal celebre pittore Giovanni Boldini, è passato di mano in mano per più di cent’anni e, sebbene rappresentasse un personaggio importante della storia siciliana, stava per lasciare per sempre l’isola “Trinacria”, se non addirittura la Penisola italiana!

 Il ritratto era stato commissionato dal marito di Donna Franca, Ignazio Florio, al pittore Giovanni Boldini nel 1901, epoca in cui quest’ultimo era all’apice della gloria nel “bel mondo” europeo, ritraendo le sue stelle internazionali con grande successo (artistico e materiale). La sua carriera sarebbe andata avanti con la stessa vivacità fino alla morte, nel 1932. 

Donna Franca Florio, ritratto dipinto da Giovanni Boldini

All’epoca, la famiglia Florio viveva l’apogeo della propria storia. Chi avrebbe mai immaginato che una famiglia di semplici cittadini calabresi sarebbe diventata, nell’arco di sole tre generazioni, non solo la prima ricchezza d’Italia ma anche mecenate di edifici importanti, e addirittura lo sponsor della corrente artistica Art Nouveau (chiamata “Liberty” in Italia) dell’isola. A fondare tale “impero” sono state persone semplici, provenienti dal sud della Penisola, alla fine del XVIII secolo.

Dopo il terremoto che colpisce la Calabria nel 1783, Paolo Florio (1772-1807) ha abbandonato la Bagnara natale, una cittadina in provincia di Reggio Calabria, e si è trasferito in Sicilia. All’inizio del 1800, ha aperto un negozio di spezie diventato rapidamente un eccezionale successo commerciale di Palermo.

Alla sua morte, nel 1807, suo figlio Vincenzo era ancora troppo giovane per succedergli alla guida dell’attività, ma fu Ignazio, fratello di Paolo, a sviluppare l’attività iniziale, con grande talento. Vincenzo Florio, nato anch’egli a Bagnara nel 1799, aveva ventinove anni quando suo zio è morto a Palermo, nel 1892.

È stato lui a portare avanti l’attività, con lo stesso successo. Vincenzo ha fondato diverse compagnie industriali, tra cui quella dei vini Marsala e un’importante società marittima. Allo stesso modo, ha sviluppato il settore dello zolfo con la “Anglo-Sicilian Sulphur Company Limited”. Al momento del decesso, era senatore del Regno d’Italia. È morto sempre a Palermo nel 1868.

Alla morte di Vincenzo, suo figlio Ignazio Senior (Palermo, 1838-1891), ha portato avanti la gestione di queste attività industriali. Con grande maestria, ha moltiplicato le risorse finanziarie e sviluppato gli affari creati da suo padre.

Nel 1874, Ignazio Senior compra le isole Favignana e Formica. Sull’isola è stato fondato un conservificio, la “tonnara di Favignana”, dove è stato avviato un nuovo metodo di produzione: invece di essere conservato sotto sale, com’era tipico dell’epoca, il tonno per la prima volta è lavorato per essere conservato sott’olio e dentro scatolette metalliche. La compagnia ha creato posti di lavoro per un grande numero di operai e distribuiva i suoi prodotti in tutto il mondo. Anche Ignazio Senior è stato senatore del Regno d’Italia. 

Nel 1891, Ignazio Florio è deceduto lasciando tre figli, il maggiore dei quali era Ignazio Junior. Quest’ultimo ha sostituito suo padre nella gestione dell’industria di famiglia, portando avanti con successo le stesse attività per alcuni anni. Ma il suo merito principale si è manifestato nel modo in cui si comportava a Palermo, come un “vero imprenditore”. Ha finanziato e avviato numerosi lavori pubblici e privati, che hanno trasformato la città siciliana in un importante punto d’incontro del “jet set” internazionale dell’epoca.

Tra le numerose personalità di primo piano, l’Imperatore di Germania Guglielmo II intratteneva rapporto con Ignazio Florio Junior, che veniva spesso a trovare in Sicilia. Il fratello di Ignazio, Vincenzo, a sua volta eccellente uomo d’affari, si è dimostrato anche grande sportivo e organizzatore di eventi che hanno reso celebre la Sicilia, a partire dal 1906, grazie alle famose gare automobilistiche “Targa Florio”. 

Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, la “Famiglia Florio” è la famiglia più ricca d’Italia, proprietaria di una flotta di novantanove navi e di un impero industriale che si estendeva dal turismo, all’industria del tonno e alla produzione di vino, fino a quella di prodotti chimici. 

Mappe che mostrano gli itinerari delle navi appartenenti alla „Società di Navigazione I. & V. Florio” al suo apice

Ecco, in modo assai sintetico, il mondo “multiforme” che ho conosciuto quella sera del 2015. Allora però ho scoperto un solo aspetto dell’attività mecenate della famiglia Florio: l’architettura e le decorazioni “Liberty” dell’hotel “Villa Igiea”.

Lì, ho “conosciuto” un grande architetto, poco noto fuori dai confini siciliani: Ernesto Basile.

„Villa Igiea”: un esempio rappresentativo dello stile „Liberty” a Palermo”

Nato a Palermo il 31 gennaio 1857 e deceduto sempre a Palermo il 26 agosto del 1932, è stato un architetto italiano dell’Art Nouveau. Nel 1899, egli ha realizzato una profonda ristrutturazione, nello spirito della “Belle Epoque”, della parte architettonica dell’edificio, collaborando con il pittore Ettore De Maria Bergler per le decorazioni e con Vittorio Ducrot per il mobilio. L’associazione tra Florio e Basile ha dato alla Sicilia alcune opere di spicco, rappresentative dello stile “Liberty”, come nel caso di Villa Igiea, Villino Florio, Villino all’Olivuzza, le decorazioni dello yacht di proprietà di Ignazio e Franca Florio o il design dei prodotti Ceramica Florio. 

Naturalmente queste “scoperte” inaspettate, artistiche, architettoniche o perfino industriali hanno motivato il mio interesse a conoscere più a fondo la presenza e l’attuale eredità della famiglia Florio in Sicilia. Sebbene mi sia imbattuto molte volte, in diverse città italiane, nelle tracce di questa famiglia, soprattutto grazie al famoso dipinto che ritrae Donna Franca, non sono riuscito a tornarne a Palermo se non nel maggio di quest’anno. Mi ero ripromesso però, fin dal principio, di consacrare il breve tempo a mia disposizione esclusivamente alla ricerca delle vestigia ancora disponibili che ricordano i Florio a Palermo. 

La prima traccia di questa catena è stata la statua di Ignazio Florio nel centro della città, proprio nella piazza che ne porta il nome. La statua, imponente, di bronzo su un piedistallo di marmo bianco, porta l’iscrizione: 

“Quest’effigie d’Ignazio Florio

 a spese di Popolo

 vuol ricordare il bene e l’onore

 fatti alla Patria

 attivandone

 le industrie e i commerci”

N. MDCCCXXXVIII M. MDCCCXCI

Insieme anche alla data d’inaugurazione: MDCCCXCVII.

La statua di Ignazio Florio nella piazza che porta il suo nome nel centro di Palermo

Il piedistallo è circondato da una catena simbolica, con ancore, corone d’alloro e ghirlande intrecciate, che rappresentano i prodotti manifatturieri della “Fonderia Oretea”, un atelier di natura “metalmeccanica” che apparteneva alla famiglia Florio già dalla metà del XIX secolo. La sua attività, avviata da Vincenzo Florio, ha sostenuto lo sviluppo industriale navale palermitano e la costituzione in parallelo di una flotta marittima creata da questi “capitani d’industria” siciliani. 

I cantieri navali fondati e sviluppati dalla famiglia Florio a Palermo esistono tuttora, sotto il nome di “Fincantieri”, appartengono allo Stato italiano e rappresentano la più importante attività industriale della città.

Eppure, purtroppo, lo spazio che circonda la statua non è mantenuto come dovrebbe, e parte delle decorazioni metalliche è scomparsa durante gli anni.

 

Traduzione Clara Mitola

A venire…

 

Adrian Irvin ROZEI

La Bastide Vieille, agosto 2022

PS. Un testo che descrive i miei legami «storici» con Donna Franca Florio può  ssere letto agli indirizzi:

 

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