Ho scelto solo due edifici in cui l’arte del mosaico, intrecciato alle altre «specialità Art Nouveau» (pittura, ceramica, mobili, falegnameria…), è stata elevata ai suoi massimi livelli in Francia e che sono anche tra i miei preferiti in quest’ambito, sebbene meno promossi nelle guide turistiche. Non è mia intenzione «sostituire» le rinomate opere di Guimard, Chartier o Mucha, ma ciascuno di noi ha le proprie «debolezze».
Innanzitutto, menzionerò il ristorante «Mollard» che «vive» in questo momento emozioni simili a quelle legate alla sua inaugurazione… avvenuta nel 1895!
«La „Brasserie Mollard” è una delle più antiche brasserie di Parigi, situata su rue Saint-Lazare nell’VIII arrondissement, vicino alla stazione Saint-Lazare. Le sue decorazioni sono opera di Édouard-Jean Niermans, architetto dell’Hotel Negresco di Nizza, dell’Hotel de Paris a Montecarlo e del cabaret Moulin-Rouge, assistito da Eugène Martial Simas.
Nel 1895, la „Maison Mollard” ha creato un evento, trasformandosi nel ristorante più elegante e nel più moderno luogo di incontri lussuosi, nel quartiere più „alla moda” di Parigi. Gil Blas ha annunciato l’inaugurazione dello stabilimento nel 1895.»
Non insisterò descrivendo i pannelli di ceramica che rappresentano alcune delle destinazioni raggiunte dai treni che lasciavano la stazione vicina (Ville d’Avray, Saint Germain en Laye, Trouville), tra cui anche Alsazia e Lorena, che si trovavano… in Germania all’epoca dell’inaugurazione della brasserie. E nemmeno sulle vetrine decorate con le specialità di frutti di mare presenti nel menù nel ristorante… come avviene in tutte le brasserie. Ma insisterò sulle colonne e sui muri decorati da mosaici, firmati da «H. Bichi Mosaïste Paris».
«Enrico Bichi, noto con il nome di Henri Bichi, è un mosaicista italiano stabilitosi a Parigi; il suo atelier è situato nel XVIII e nel IX arrondissement, è stato attivo per lo meno tra il 1889 e il 1908. Henri Bichi e sua moglie, Marie Morino, si sono naturalizzati in Francia grazie al decreto del 7 dicembre 1895. Henri Bichi, a causa delle difficoltà apparse nell’approvvigionamento del mosaico veneziano a partire dal 1887, provocate dall’aumento delle tasse doganali, ha aggiunto gli smalti di Briare alle tessere colorate, in collaborazione con il signor Vannutelli, direttore della Fabbrica Nazionale del Mosaico, una delle quattro fabbriche nazionali esistenti alla fine del XIX secolo.»
Anche il logo del ristorante «Mollard» rappresenta un mosaico a forma di stella con il contorno nero e delle tessere centrali in diverse sfumature di blu.
Conosco questo locale da più di 40 anni. Eppure, in questo momento «si arricchisce» di un eccezionale fattore-sorpresa: due sale, costruite da diversi decenni, sono state riportate alla luce e sono sottoposte a restauro. Tra le sorprese di questa scoperta si contano anche alcuni soffitti e pareti ricoperti da mosaici multicolore in stile… «Art Déco». Chi è l’artista che li ha realizzati? Non lo sappiamo (ancora!). Ma la tecnica utilizzata è sempre quella inventata da Facchina.
L’altro monumento di cui intendo parlare in questo testo si trova a più di 600 km da Parigi, nella città di Agde, sulle sponde del Mar Mediterraneo. Ancora una volta, si tratta di «une perle cachée», cui il pubblico può accedere solo da un anno, dopo un lungo periodo di abbandono e alcuni anni di sforzi artistici e finanziati, per restituirgli l’antico splendore.
«Château Laurens, detto anche Villa Laurens, è una struttura costruita ad Agde nel 1898 dal collezionista Emmanuel Laurens (1873-1959).
Si tratta di un palazzo dallo stile ecclettico in cui si intersecano sequenze Art nouveau e di stile Neogreco, come anche enormi decorazioni immaginate a partire da modelli legati all’egittomania o all’orientalismo.
Emmanuel Laurens è nato in una famiglia di capomastri stabilitasi ad Agde già nel XVIII secolo. Suo padre è ingegnere, suo zio architetto della città di Agde. Nel 1897, quando era studente di medicina, egli ha ereditato l’immensa fortuna di un lontano cugino, il barone di Fontenay. Suo padre è morto nello stesso anno, perciò Emmanuel ha ereditato il terreno di Belle-Isle su cui ha edificato una villa, dopo un lungo viaggio attraverso Russia, Uzbekistan e Austria, durante il quale ha radunato numerose opere d’arte e d’artigianato. Benestante, amante dei viaggi, importante collezionista, amante della musica e amico delle arti, Emmanuel Laurens ha reso la sua villa una sorta di opera d’arte totale in cui s’intrecciano architettura, decorazione, mobilio e arte del vivere.»
Solo che, negli anni ’20, Laurens perde la sua ricchezza e dopo il periodo bellico, in cui la sua villa è occupata dall’esercito tedesco, dopo il decesso del proprietario nel 1957, la struttura rimane abbandonata e trascurata. Fino a quando, nel 1995, la villa è stata acquistata dalla città di Agde, che ne dispone il restauro, appena concluso.
Ancora una volta, non avrò a disposizione lo spazio necessario per descrivere tutte le «meraviglie» che è possibile ammirare all’interno della villa e nel parco circostante.
Eppure, desidero sottolineare un «dettaglio» interessante per il nostro argomento. Eugène-Martial Simas, nato il 31 agosto del 1862 a Parigi e morto il 30 settembre del 1939 a Saint-Julien-du-Sault, è un pittore, decoratore teatrale, designer di interni, cartonista e illustratore francese, attivo dal 1893 fino all’inizio del 1930. Sembra si sia guadagnato la reputazione di decoratore di piastrelle nel 1893: ha lavorato nelle città di Lione, Nantes, Tours, Créteil, a volte insieme agli atelier di Manifattura Sarreguemines.
Nel 1895, ha firmato gran parte dei mosaici e delle piastrelle presenti nella brasserie parigina «Mollard». Alcuni esempi del suo lavoro sono apparsi sulla rivista The Studio and Art and Decoration. Tra il 1898 e il 1900, insieme al suo compagno di studi Théophile Laumonnerie, lavora al design e alle decorazioni del Château Laurens. Nel 1899, M. Simas è menzionato come partecipante alle «Decorazioni e accessori piastrellati per la sala da bagno del Château Laurens.»
Solo che, dalla lista delle opere in mosaico realizzate da Giandomenico Facchina, scopriamo abbia lavorato anche lui alla sala da bagno «Agde: Château Laurens».
Una perfetta illustrazione del principio «L’Art dans tout»!
Non ci rimane che scoprire dove si siano conosciuti Laurens, Simas, Bichi e Facchina. Mi piace immaginare che abbiano pranzato insieme al «Mollard». E mi sembra di riconoscerli mentre osservo la sala dal mio angolo preferito, accanto al mosaico su cui svetta una «M» maiuscola.
Service après-vente
Nel numero 123-124 della rivista Siamo di nuovo insieme, pubblicato nell’ottobre del 2023, possiamo leggere un testo scritto da Silviu Niță dal titolo «O călătorie în Friuli / Un viaggio in Friuli». Cito un passaggio legato all’argomento del testo sovrastante:
«La seconda tappa del viaggio è stata a Solimbergo. Questo piccolo comune tra i monti è il paese natale di mio nonno, Vincenzo Mander, e il luogo da cui è partito alla volta della Romania. Solimbergo è situata sulla sponda del fiume Meduna e appartiene all’amministrazione del comune di Sequals… Solimbergo e altri comuni della regione sono famosi per l’artigianato del mosaico e del marmo artificiale. In un paese vicino, Spilimbergo, esiste un’importante scuola di artigianato, e i mosaici realizzati lì hanno caratteristiche specifiche, riconoscibili nelle diverse zone d’Italia. Ecco spiegato perché mio nonno e i suoi figli fossero artigiani nel mosaico e nei lavori in cemento, e perché a Bacău, dove si sono trasferiti, abbiano lavorato nell’edilizia civile: monumenti funebri, statue all’interno di parchi, condutture per pozzi e fognature, piastrelle per i marciapiedi.»
Sarebbe interessante sapere se il nonno del signor Niță conoscesse e applicasse in Romania le tecniche inventate da Giandomenico Facchina, «suo compaesano» del Friuli. Lo contatterò… dopo la pubblicazione di quest’articolo.
Adrian Irvin ROZEI
La Bastide Vieille, luglio 2024
Traduzione Clara Mitola