Boulogne, 25 aprile 2024
(1) SEEYA – Chocolata (Official Music Video) – YouTube
All’inizio degli anni ’70, avevo l’abitudine di andare da Parigi in Italia con un treno notturno. Quando arrivavo a Torino, il mattino seguente, il primo movimento era estrarre dalla tasca una banconota da 10.000 lire italiane, conservata dal soggiorno precedente, con cui andavo al ristornate della stazione. Dopo aver comprato il quotidiano torinese La Stampa, mi sedevo al bar del ristorante e ordinavo un caffè: il primo vero espresso italiano dopo alcuni mesi di «astinenza»! Nella maggior parte dei casi, il caffè era accompagnato da un cioccolatino, che gustavo leggendo il giornale. Confesso di non ricordare se la cioccolata offerta mostrasse il marchio «Venchi». È molto probabile, perché la famosa cioccolateria torinese con questo nome esisteva già da quasi un secolo!
Solo 20 anni fa, passeggiando per Torino alla ricerca di «Locali storici d’Italia» ho scoperto la bottega «Venchi».
Ecco cosa riportava il quotidiano La Repubblica il 9 dicembre del 2020:
«TORINO – Tutti hanno mangiato nella loro vita il cioccolato “Venchi”: che sia nel gelato oppure nelle tavolette, prima o poi ci si imbatte nei suoi prodotti (e se ancora non lo avete fatto, non aspettate altro tempo). Al di là dei confini torinesi, questo brand ha conquistato i palati di tutto il mondo e ora si guarda al Giappone: ma quanti di noi sanno come ha avuto origine questo piccolo impero di cioccolato artigianale?
Il cioccolato è cibo rifugio, che mette di buon umore e riscalda con la sua dolcezza, ma per farlo deve essere di qualità. Facile in Italia, con aziende di antica tradizione, nate per dispensare felicità, come dice Giovanni Battista Mantelli, anima creativa di “Venchi”, erede della storica cioccolateria che vanta 142 anni di vita, tra alti e bassi e la costante voglia di reinventarsi.
Era il 1878 quando Silvano Venchi a Torino, in via degli Artisti, ha fondato l’azienda che è sopravvissuta a passaggi di proprietà. È sopravvissuta perfino all’epoca fascista, alla guerra, a un fallimento, per poi rinascere con orgoglio, fino a imporsi nel mondo della cioccolateria internazionale: il marchio oggi, con un moderno stabilimento a Castelletto Stura (Cn), è presente nel mondo con oltre cento negozi, 350 diversi prodotti al cioccolato e 70 gusti di gelato.
Nell’ultima fase di sviluppo ha realizzato la “chicca” gourmet che ha vinto numerosi premi e rispetta pienamente il Dna di innovazione del marchio Venchi: il Chocoviar, cui si affiancano le tavolette di cacao proveniente da Ecuador, Perù e Venezuela.
Tra i prossimi obiettivi, la conquista del Giappone, dove sono stati inaugurati tre negozi a Tokyo, linea “La Vita è dolce” – tre cioccolatini ripieni di caffè, cappuccino e tè matcha – accolta con grande entusiasmo.»
Devo ammettere di aver dimenticato l’esistenza della cioccolata «Venchi» quando, nel febbraio di quest’anno, nella rivista Paris vous aime, ho scoperto un breve articolo che diceva:
«Abbiamo dovuto aspettare centoquarantacinque anni prima che la celebre cioccolateria di Torino si stabilisse a Parigi. Tavolette di cacao, assortimenti gourmet, “pâtes à tartiner”, cioccolata calda e banchi di gelati riempiono i 36 metri quadrati di questa cioccolateria. Prodotte con ingredienti naturali, senza glutine e senza olio di palma, le ricette onorano i sapori transalpini, in cui risaltano specialmente le nocciole IGP del Piemonte e il pistacchio. Menzioniamo in particolare il prodotto Chocoviar […] ”.
Naturalmente, non appena ho letto questo trafiletto, mi sono recato di corsa all’indirizzo indicato dal testo per scoprire il nuovo negozio.
Soprattutto perché si trova in un quartiere storico di Parigi!
Strada Montorgueil ha una tradizione culinaria ben salda da più di sette secoli! Rue Montorgueil è una vecchia strada degli attuali arrondissement 1 e 2 di Parigi. A nord, Rue Montorgueil diventa Rue Petits-Carreaux, luogo in cui si trova la nuova sede «Venchi» di Parigi. Già nel XIII secolo, la strada era chiamata «Mont Orgueilleux» (vicus Montis Superbi) poiché conduceva su un’altura o piccola collina (ad oggi, il quartiere Bonne-Nouvelle), la cui cima era occupata da Rue Beauregard. Secondo il romanzo di Victor Hugo (Les Misérables), Rue de Montorgueil deve il suo nome agli strumenti utilizzati per trasportare grossi pesi a piccole altezze, un cric chiamato in passato “orgueil”. Una richiesta degli abitanti di Rue Montorgueil, risalente al 17 dicembre del 1498, insiste per la demolizione di una porta falsa situata in questo luogo, poiché creava uno strozzamento della strada e provocava grandi ingorghi, trasformandola in un deposito di rifiuti, cattivi odori e infezioni, e favorendo il proliferare di ladri. La demolizione è stata permessa nel 1503.
Con l’apertura del portale «Poissonneière», nella cinta costruita da Luigi XIII nel 1645, la strada è diventata il punto di arrivo dei prodotti ittici provenienti dai porti del nord della Francia (chemin des Poissonniers), specialmente delle ostriche. Questa pratica continua ancora oggi, soprattutto grazie al ristorante «Au Rocher de Cancale». Nel cortile del locale «Les Compas d’Or» si trova una rimessa per le diligenze che partivano per Dreux.
Ciò che ha attirato la nostra attenzione, in merito alla presenza di «Venchi», è l’attività delle pasticcerie e cioccolateria presenti sulla stessa strada. Al n. 51 si trova la famosa pasticceria «Stohrer».
Nicolas Stohrer ha terminato il suo apprendistato nelle cucine di re Stanislao I di Polonia che, più tardi, seguirà in esilio. Stohrer è diventato il pasticcere di Maria Leszczyńska, figlia di Stanislao, e l’ha seguita a Versailles, dopo il suo matrimonio con il sovrano Luigi XV di Francia. Nicolas Stohrer ha creato la sua bottega al numero 51 in Rue Montorgueil a Parigi nel 1730. Questo negozio è la più antica pasticceria di Parigi ed è stato dichiarato monumento storico già dal 23 maggio del 1984. Nicolas Stohrer è l’inventore del famoso «baba au rhum», una prelibatezza composta da una brioche imbevuto di Malaga, aromatizzata allo zafferano e servita con crema pasticciera, uvetta di Corinto e uva fresca. Questo dolce deriva dalla brioche asciutta, un prodotto della pasticceria tradizionale polacca, priva di alcol. Il nome del dolce deriva da quello del personaggio di Ali Baba de Le Mille e una Notte ed è anche stato il primo nome del dolce.
Al n. 82 incontriamo un’altra pasticceria di antica tradizione: «A la mére de famille».
«Si tratta di una storica fabbrica di cioccolata fondata nel 1761 a Parigi, che offriva caramelle e cioccolata artigianali. Situata nel cuore della capitale francese, “A la Mère de Famille” è un negozio emblematico di Parigi. Fondata nel 1761, questa casa è la più vecchia fabbrica di cioccolata della città. Posizionata su Rue de Faubourg-Montmartre, ubicazione storica ma con numerosi filiali, tra cui anche quella di Rue Montorgueil, essa ha conservato l’aspetto originale, riprodotto anche sulla facciata delle filiali, e offre una vasta gamma di caramelle e cioccolata artigianali utilizzando ricette ancestrali che soddisfano i golosi e gli amanti di queste specialità. “A la Mère de Famille” è nota per il suo know-how tradizionale e per all’autenticità delle sue ricette storiche».
È inutile menzionare le altre pasticcerie o cioccolateria del quartiere, forse meno storiche ma ugualmente prestigiose! Piuttosto, diamo un’occhiata alla facciata dell’edificio in cui si trova la cioccolateria «Venchi».
Considerata monumento storico, la facciata presenta un dipinto realizzato a quadri di piastrelle colorate del XIX secolo, pubblicità di un negozio chiamato «Au planteur» che specifica «Aucune succursale», orgogliosa dell’autenticità dei prodotti che vende. Questa facciata è stata recentemente restaurata con i fondi della «Venchi», prima dell’inaugurazione.
Naturalmente, dopo aver scoperto questa storia di successo «à l’italienne», mi sono chiesto se non fosse presente anche in Romania. Di certo, tutti gli abitanti della Capitale conoscono il locale «Venchi» situato in posizione strategica: su Calea Victoriei, proprio di fronte al Museo George Enescu.
Stranamente, la «Venchi» di Bucarest punta più sul gelato che sul cioccolato! I misteri del marketing internazionale!
Quest’anno, il giornale Süddeutsche Zeitung di Monaco ha pubblicato un articolo preoccupante dal titolo: «Le cacao flambe, la confiserie tremble» (Il cacao prende fuoco, i pasticceri tremano). A seguire, ci spiegano che:
«A causa degli scarsi raccolti in Costa d’Avorio e Ghana, il prezzo di una tonnellata di cacao è cresciuto del 150% sul mercato dei beni primari. In Germania, primo paese esportatore di cioccolata al mondo, i pasticceri temono l’apparizione di un deficit. Stiamo per vivere “un crollo in borsa sul prezzo del cacao!”»
Ho capito! Devo urgentemente fare grandi provviste di cioccolata! Preferibilmente… «Venchi»!
Traduzione Clara Mitola
Adrian Irvin ROZEI
Boulogne, aprile 2024